Giro del Veneto Juniores, è tempo di numeri e bilanci

Una prima edizione da ricordare quella allestita dalla SC Padovani, apprezzata dalle squadre, dai corridori e dagli addetti ai lavori. Gli junior sono diventati professionisti per 4 giorni, con partenze e arrivi nelle grandi città, soggiorno in hotel di fascia alta, diretta streaming e una comunicazione ad hoc

PADOVA – Era difficile immaginare un esordio migliore per il Giro del Veneto Juniores. La prima edizione dell’evento tirato su dalla SC Padovani – che si è svolta dal 27 al 30 luglio tra le province di Padova, Vicenza e Treviso – ha riscosso innumerevoli riscontri positivi da parte delle squadre, dei corridori, degli sponsor e degli addetti ai lavori. Ma per misurare la portata di una manifestazione itinerante come questa bisogna guardare i numeri, e i numeri confermano le sensazioni di una prima volta da ricordare.

Con 22 squadre e 148 corridori al via, ai quali vanno aggiunti direttori sportivi, meccanici ecc.., più tutto il comitato organizzativo della corsa, composto da 40 persone dello staff e 60 volontari, si è stimato un indotto complessivo sul territorio di circa 160 mila euro.

“Lo sforzo organizzativo è stato importante, ma alla fine ne è valsa la pena – ha spiegato Galdino Peruzzo, presidente della SC Padovani -. L’attestato di stima più importante è arrivato dai team, che si sono già detti pronti a tornare l’anno prossimo. Abbiamo deciso di investire le nostre energie e le nostre risorse sui giovani e credo che una corsa come questa mancasse al calendario giovanile italiano. L’impressione è che ci stiamo muovendo nella direzione giusta. Ringrazio davvero tutti quelli che hanno collaborato alla buona riuscita dell’evento, dallo staff ai volontari, passando per gli sponsor e le Istituzioni comunali, perché sono stati fantastici”. 

La SC Padovani ha fatto le cose in grande, d’altronde non è cosa comune che per una gara juniores vengano chiusi e riservati, per qualche ora, Prato della Valle, Piazza delle Erbe e Piazza della Frutta a Padova, oppure Viale Roma a Vicenza, che solitamente sono palcoscenici scelti solo per le corse professionistiche. Non è un caso che, spinti dalla curiosità e dall’amicizia, siano venuti in visita alla corsa grandi campioni come Marco Marcato, direttore sportivo della UAE Emirates e fresco di Tour de France insieme a Tadej Pogačar, il General manager della Eolo-Kometa Ivan Basso, e Filippo Pozzato, che tra le altre cose organizza il Giro del Veneto dei professionisti.

“Molti dei ragazzi che hanno partecipato al Giro del Veneto nella vita faranno altro, e per questo ci ha fatto piacere dare loro l’opportunità di vivere 4 giorni da professionisti, da corridori veri – aggiungono Martino Scarso e Alberto Ongarato, organizzatori tecnici dell’evento e vicepresidenti della Padovani -. In più ad accompagnarli c’era una diretta streaming e gli highlights della tappa serali, senza contare la poderosa copertura sui social, con stories dalla moto durante la corsa e coinvolgimento totale degli atleti. Insomma, proprio come una gara professionistica”.

Sono infatti state 500 mila le impressions complessive sui social networks della corsa – che partivano completamente da zero – con 40 mila utenti raggiunti di un’età media compresa tra i 18 e i 24 anni. In particolare, il tributo dedicato a Jacopo Venzo ha superato le 30 mila visualizzazioni su Instagram. La diretta streaming sul canale YouTube di Ciclismoweb, invece, ha registrato un totale di circa 40 mila visualizzazioni tra live e sintesi, per 3.339,80 ore viste complessivamente. Oltre ad un’ampia copertura sulle testate locali e i media di settore, il Giro del Veneto Juniores ha avuto spazio sul TGR Veneto su Rai 3 e ne avrà su Telechiara (con “Teleciclismo”), RaiSport (nella rubrica “RadioCorsa”) e SportItalia, con ampie sintesi. 

Uno dei dubbi che rimbalzava tra gli appassionati prima del via era relativo al percorso, ritenuto da qualcuno un po’ troppo facile: “Anche da questo punto di vista la scommessa è stata vinta – ammettono ancora Scarso e Ongarato -. C’erano 2200 metri di dislivello complessivo, che non sono poi così pochi per una categoria come quella juniores, e alla fine la corsa la fanno sempre i corridori. Abbiamo assistito a una corsa incerta e tirata fino all’ultima tappa, ma soprattutto abbiamo dato a tutti la possibilità di portare a termine la corsa, cosa molto apprezzata da tutti i direttori sportivi”.

Per il 2024, quindi, si riparte da qui: “Ovviamente si può migliorare, ma questa prima edizione ci ha confermato che possiamo lavorare bene” ha concluso Galdino Peruzzo.

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